Design, Tecnologia, Sicurezza: sono queste le tre parole chiave con cui la nuova Renault Scenic vuole imporsi sugli avversari e puntare alla conquista d’Europa e del mondo, come fece già qualcun altro, molto tempo fa…
Come Napoleone, che secoli addietro ridefinì la geografia politica europea conquistando il continente intero con la Grande Armèe, così la moderna Règie ha intrapreso da anni un cammino di profonda riorganizzazione dell’intera “armata” al suo comando: con Clio e Captur prima e Megane ed Espace poi, ora, dopo venti anni dal primo Scenic, o meglio, dall’eterna e indimenticabile Megane-Scenic, Renault rinnova la leggendaria madre delle monovolumi (oggi in era di inglesismi Multi Purpose Vehicle – MPV) e ne fa la sua nuova punta di diamante, trasformandola radicalmente nell’immagine e nella sostanza, definendo un nuovo standard per la casa francese.
Con questi preamboli napoleonici mi affidano la nuova “carta” Renault: bianca, dal design minimalista ed elegante, disponibile in via alternativa con una cover di un altro colore. “Bene, anche Scenic ha ceduto al fascino modaiolo delle altre vetture moderne completamente customizzabili!” mi dico, forse leggermente ironico, tenendo sempre ben presente che mi trovo davanti ad una vettura con un nome stampato sul baule che da sempre è sinonimo di famiglia, sostanza, spazio e comodità.
Saltano subito all’occhio le enormi ruote da 20 pollici, che danno un carattere imponente al corpo vettura. Ansioso di scoprire come sia cambiata all’interno la nuova nata, decido di sorvolare momentaneamente sul particolare: ricordando la nota dolente della vecchia versione data dal cruscotto dall’aspetto anonimo, mi avvicino sfruttando il nuovo sistema di accesso facilitato “key-less” (per il momento i cerchioni possono aspettare) e apro la vettura semplicemente tirando la maniglia tenendo in tasca la chiave. Con un “clac” le porte si aprono: ridimensionata nelle volumetrie con i suoi 4406 millimetri di lunghezza e 1865 millimetri di larghezza, risulta evidente che con l’avanzare degli anni Scenic sia cresciuta anche in statura (1653 millimetri).
Interni all’avanguardia
Sporgendomi nell’abitacolo della nuova Renault Scenic, noto che all’interno il pavimento è stato sensibilmente sollevato (per delle nuove intercapedini di cablaggi, insonorizzazioni e un futuro spazio batterie) ed il tetto abbassato; la cabina, che occupa i quattro quinti dell’intero volume della vettura è molto meno spazioso e comunica meno sensazione di “libertà”, pur conservando i must have dei pozzetti portaoggetti nel pavimento.
Il bracciolo centrale è scorrevole (fatta eccezione per il modello base, e, dove presente, la console scorre dando la possibilità anche ai passeggeri posteriori di utilizzarla), e sono presenti tavolini ripiegabili posteriori agganciati ai sedili davanti e un cassetto portaoggetti estraibile.
Queste firme inconfondibili della vettura-famiglia francese, che dava la possibilità alle famigliole europee di “liberare” i propri bambini sui sedili posteriori, dai quali potevano osservare il mondo esterno attraverso i grandi vetri posteriori, colorare disegni improbabili sui tavolini ripiegabili e intasare i vani portaoggetti di figurine e macchinine appartengono già al passato, per cui, ora, è meglio definirla più modernamente “multi-spazio”.
Per questo Test Drive della nuova Renault Scenic mi hanno affidato è la versione a cinque posti dall’impianto audio Bose, con la seconda fila di sedili posteriori che può scorrere avanti e indietro, e la seduta del passeggero centrale (solo in alcune versioni) che può essere reclinata in avanti per formare un tavolino, oppure più semplicemente possono ripiegarsi tutti in un fondo completamente piatto, divisibile in 60/40, ma che ai più attenti ed esigenti non risulta né particolarmente spaziosa né confortevole dal momento che, in entrambe le versioni, l’alto pavimento e i sedili bassi tendono a mantenere le ginocchia sollevate e, quindi, in una posizione non propriamente comoda .
L’ampio parabrezza illumina l’intero abitacolo come una gigantesca finestra sul mondo, che con il tocco di classe del tetto panoramico, oltre che donare luce e vita anche alla parte posteriore e centrale della cabina, dà ai passeggeri la possibilità di ammirare il cielo stellato durante la notte e ai bambini di fantasticare sulla forma delle nuvole. S
Toccando l’ammodernato cruscotto è possibile notare la realizzazione soft touch morbida e la livrea ormai comune del design di Espace, Megane e Talisman. Nel complesso si trovano diversi cassetti e cassettini che tutti assieme offrono una capienza generale di 13 litri, adottando anche qui la soluzione di Espace con il cassetto Easy Life (dalla capienza di 11,5 litri) con l’opzione della refrigerazione, che si apre tramite un sensore elettronico e si blocca automaticamente quando il veicolo si ferma.
Va però precisato, provando la Grand Scénic, che la terza fila dei sedili risulta un po’ scomoda e adatta solo a spostamenti brevi: solo dei bambini rimarrebbero comodi senza problemi. Anche questa fila possiede la funzione di abbattimento e può agilmente essere nascosta quando serve.
Prima di mettermi in marcia però, gioco un po’ con il grande schermo capacitivo (qui da 8,7 pollici) e scopro che lo schermone non si ferma solo ai piccoli esercizi di stile come abbattere un sedile a comando, ma ha a disposizione una valanga infinita di applicazioni: navigatore con comando vocale, radio digitale DAB con 3D sound system plus e live services che, nelle versioni touchscreen, può variare da un basico 7 pollici ad un esteso 8.7 pollici come in questo caso, con gestione della climatizzazione bi-zona, fari e tergicristalli automatici, sorveglianza pneumatici con assistenza di guida avanzata e la possibilità di sfruttare la nuova funzione “Multisense” per comandare il comportamento su strada e l’armonia delle luci che avremo al suo interno.
Su strada
Seleziono una tranquilla modalità Neutral, con il motore 1.5 diesel da 110 CV che sale senza problemi e con lo sterzo che risponde in maniera diretta ai cambiamenti di direzione che le impongo, senza particolari sensazioni di guida: la mia guida è ormai diventata neutrale come la Svizzera.
Premo il tasto confort e immediatamente la linea LED passa al colore blu; allo stesso modo cambia anche il tema del cruscotto digitale e parte un vigoroso massaggio alla schiena dai rulli contenuti nel sedile.
Lo sterzo diventa più soft e anche le irregolarità sull’asfalto diventano meno importanti per il mio fondoschiena, ma in maniera meno significativa di come ci si potrebbe aspettare. Non particolarmente incuriosito dalla modalità eco mi butto subito sulla modalità sport chiedendomi se ora sentirò qualche vero e proprio cambiamento di comportamento: le luci ed il cruscotto questa volta si dipingono di un rosso accattivante; sterzo e sospensioni diventano leggermente più reattivi, mentre dalle casse dell’impianto audio esce un suono cupo che segue il regime motore, dando la sensazione di essere a bordo di una strana sorta di sport Scenic.
Questa modalità ha un impatto generalmente positivo, ma non si dimostra tuttavia incisiva nel comportamento come ci si potrebbe aspettare da una funzione che dovrebbe trasmettere la sensazione di poter trasformare la monovolume eco-friendly in una vettura più sportiva e aggressiva.
Percorrendo le strade della mia periferia non posso non pensare alle nuove normative europee antinquinamento che tra pochi anni porranno una sostanziale battuta d’arresto per le motorizzazioni Diesel e la rivoluzione che da essa nascerà, con l’auspicio della stessa Renault di abbandonare tale motorizzazione entro il 2020.
In questo scenario di imminente rivoluzione tecnologica i migliori motori sui quali puntare sono senza dubbio il recente e leggero 1.2 litri benzina TCe 130 CV e 205 Nm, o il diesel 1.5 dCi 110 CV e 260Nm, il fido e granitico K9K, cavallo di battaglia Renault da una vita che equipaggia anche altre vetture in giro per il mondo (come ad eesempio Nissan e Mercedes).
Le altre declinazioni del motore (1.2 litri, 1,5 e 1.6 diesel) non rendono particolarmente entusiasmante l’esperienza di guida nè spiccano in modo particolare per soluzioni tecniche. Anche per quanto riguarda il dCi 160 CV è necessario premere a fondo sull’acceleratore per ottenere riprese vigorose, spostandosi velocemente verso la zona rossa. Forse ci si gioca l’ultimo jolly con il K9K 1.5 diesel, proposto in un’inedita soluzione Hybrid Assist (ad assistenza ibrida) dove un gruppo moto-alternatore provvede ad aiutare il motore nelle accelerazioni con un apporto elettrico in stile Kers F1 ed effettuando le ripartenze in funzione start/stop senza gravare ulteriormente sul motorino d’avviamento.
Il sistema rende così il nuovo frankenstein francese un propulsore vigoroso in coppia di marcia già a bassissimi giri, trasmettendo al guidatore potenza e prontezza superiori a quella che ci si aspetterebbe dall’omonima versione tradizionale, già molto migliorata rispetto al passato grazie all’adozione del nuovo sistema di iniezione con pre-pompa elettrica nel serbatoio. Il polmone del sistema è una batteria 48 volt ricaricata dal motore diesel attraverso il moto-alternatore e dalla frenata rigenerativa in fase di decelerazione.
Ovviamente va sempre ricordato che, anche se potente e vivace, questa soluzione viene adottata per aiutare enormemente la riduzione del consumo di carburante per la conquista della prossima certificazione ad EURO 7; quindi accelerate e riprese in velocità in stile Vettel sarebbe meglio lasciarle ai veri Sebastian.
Ma visto l’imminente tramonto dei piccoli frullini diesel a causa delle ormai proibitive regolamentazioni ambientali, oggi sarebbe meglio orientarsi sul potente ed economico benzina 130, pur ammettendo che questa soluzione uscirebbe dagli schemi un po’ rigidi ai quali quest’auto si propone o dovrebbe proporsi: le famiglie, bisognose di risparmiare alla pompa che per gli spostamenti quotidiani potrebbero essere costrette a ripiegare comunque verso l’alternativa a ciclo diesel.
Sorpassato un dosso con un tonfo, noto ancora l’assetto rigido e la coda che salta, molto più di quanto avveniva con la vecchia versione di Scenic. Ciò non è conseguenza della modalità sport (che avevo già cambiato per una più consona confort), ma è piuttosto dovuto al rinnovato assetto rinforzato del nuovo telaio modulare di Scenic che fa parte anch’esso della grande famiglia modulare di nuovi telai Renault. Da questi deriva anche quello di Kadjar.
La scarsa aderenza è un difetto derivante dalle grandi ruote da 20 pollici, quelle che gli inglesi chiamano “tall and narrow”, dall’ampio diametro, ma allo stesso tempo molto strette (195mm), che improvvisamente diventano protagoniste del cinematismo di guida e tratto distintivo della linea di Scenic: esse infatti sono state appositamente studiate e realizzate con Goodyear per mantenere i costi di gestione (Renault dice) paragonabili ai 17 tradizionali e conferendo grande impatto stilistico alla linea della vettura, portando con sé una grande tecnologia costruttiva e rigidezza dello pneumatico, migliorando consumi e scarico dell’acqua in caso di pioggia. Per contro, avendo una minore impronta a terra, è necessaria un’impostazione di molle più rigide che riducono il rollio del corpo vettura.
In questo caso l’abbinamento al nuovo piantone di sterzo a resistenza progressiva, comunica un feedback meno attendibile di quello che sta facendo la sospensione rendendo l’inevitabile sottosterzo difficile da valutare rispetto al tradizionale sistema sospensione-ruota.
Al limite, la nuova Renault Scenic si comporta tutto sommato molto bene e pare ben piantata a terra, non sicuramente sobbalzante o instabile come ci si potrebbe aspettare da una monovolume; ma per la Grand Scénic dCi 160 il discorso cambia leggermente: il grande peso vettura, soprattutto sull’assale anteriore, e le dimensioni più generose, la rendono piuttosto pesante da controllare rispetto alla sorellina corta.
In entrambe le versioni, aumentando ancora la velocità si avverte, nonostante la vettura sia ben insonorizzata e dotata di un motore silenzioso, una buona dose di rumore generato dalla turbolenza del vento intorno ai montanti del parabrezza e alla parte bassa laterale. Questi inconvenienti sono dovuti anche alla dimensione delle ruote.
La linea esterna, dal grande impatto visivo, viene completata dai fari full LED e dai colori di carrozzeria disponibili nelle versioni perlate e metallizzate, anche in doppia tinta e con gli inserti di alcuni tipi di cerchi che possono essere sostituiti e customizzati secondo le proprie preferenze. La personalizzazione disponibile mi riporta alla mente le parole di Laurens van den Acker, capo progettista Renault, che al momento del lancio del modello disse emblematico
“Il vecchio Scénic sembravano mamma e papà, erano cresciuti annoiati l’uno con l’altro […] Il nuovo si guarda come se si è di nuovo innamorati”…
Laurens van den Acker certo non spicca per doti oratorie, ma sicuramente è uno dei designer più noti e sulla cresta dell’onda degli ultimi tempi, e indubbiamente il risultato ottenuto è davvero ottimo.
Sicurezza al top
il Lane Departure Warning (LDW – LKA) consente di mantenere la corsia avvisando il guidatore attraverso la vibrazione del piantone dello sterzo, o correggendo autonomamente la traiettoria di guida; il rilevatore di stanchezza (Driver Drowsy), con il gruppo sterzo, monitora lo stile di guida e si accorge se qualcosa sfora i parametri registrati.
Inoltre il riconoscimento dei segnali stradali (TSR), l’Head up display, il parcheggio assistito e il riconoscimento dei segnali di pericolo ne fanno una vera centrale di sicurezza che ha ricevuto il riconoscimento di 5 stelle per la sicurezza Euro NCAP. Per questo la nuova Scenic supera addirittura quella che era l’avantgarde francese di Espace, facendone oggi il modello più tecnologicamente, elettricamente e meccanicamente avanzato dell’intera gamma Renault.
Eclettica nel design e per il modo in cui è progettata, dalla sicurezza avanzatissima e dalle soluzioni degli spazi con origini retrò sempre attuali e apprezzatissime.
La nuova Scenic alza l’asticella verso un livello di tecnologia che finalmente porta Renault nel mondo moderno attraverso le sfide del futuro in materia di sicurezza attiva e norme ambientali. Proprio come Napoleone fece con la Francia in passato, oggi Scenic si proietta nel futuro.
Se la Grande Armèe conquisterà i fasti come Napoleone nella battaglia di Austerlitz non posso saperlo con certezza, solo il tempo ce lo potrà dire.