Stelle sul Liston: conclusa l’edizione 2013
Il 19 e il 20 ottobre si è svolta “Stelle sul Liston” 2013, terza edizione del concorso d’eleganza Automobilistica e femminile, diventato ormai atteso appuntamento per gli appassionati del motorismo storico. L’evento ha riscosso un notevole successo tra il pubblico e gli appasionati non solo del Padovano, ma di tutto il Veneto. Oltre ad essere dedicato alla passione per le auto, l’evento abbina iniziative di solidarietà come la collaborazione con Emergency, a cui è andato parte del ricavato della manifestazione. L’apertura del concorso si è svolta sabato 19 ad Abano Terme fra i saluti del Presidente Nazionale RIVS Rossano Nicoletto e delle autorità, e con 26 auto storiche di alto pregio selezionatissime, datate dagli inizi del ‘900 fino agli anni ’70, che hanno pacificamente invaso la zona pedonale di Viale delle Terme fra la meraviglia e l’ammirazione generale. Tanti sono stati gli appassionati ed i curiosi che, approfittando della bella giornata, hanno raggiunto la zona pedonale per foto e commenti e per fermarsi nel punto ristoro appositamente allestito e assaporare la birra artigianale Birra Antoniana, tipicità locale disponibile nella variante classica e fruttata. Grazie all’esposizione statica delle vetture ed all’intrattenimento musicale, il Viale delle Terme di Abano è diventato polo attrattivo per tutta la serata, movimentando la movida della cittadina termale. Il mattino seguente, come da programma, le auto si sono spostate verso il centro di Padova, tradizionale cuore pulsante dell’evento, seguendo un piacevole tragitto ai piedi dei Colli Euganei e creando un colorato e pittoresco corteo. Arrivati in Largo Europa, si è effettuato l’abbinamento con le modelle in abiti stile vintage grazie alla sapiente mano di Face NicoBaggio makeup artist ed alla maestria dello staff di hair stylists United by Franco Curletto, agli accurati accessori di Fattoretto Jewels Design ed agli abiti eleganti e romantici di Sandro Ferrone. Le auto sono poi partite per un giro lungo le vie più attrattive di Padova, come le Riviere dei Ponti Romani e l’anello attorno Prato della Valle, per poi risalire il Liston di via Roma ed effettuare un’entrata di grand’effetto sul piazzale dello storico Caffè Pedrocchi. Fortunatamente, dopo alcuni accenni di pioggia, il tempo stabile ha accolto le vetture e neanche qualche piccolo intoppo, come il momentaneo fermarsi della Fiat Balilla Carrozzeria Speciale Sport, ha intaccato il successo della manifestazione, anzi, da tutti è stata ancor più ammirata la vitalità e la grinta che le vetture ancora conservano. Nella splendida cornice di pubblico, e davanti alla giuria composta da personalità di spicco, si è svolta la sfilata di auto e modelle che hanno regalato in un attimo un’atmosfera di altri tempi. Dopo la sfilata si è svolta la conferenza aperta al pubblico “Lancia: la...
Le auto che hanno fatto la storia: Lancia Aprilia Graber
Riprendono gli articoli dedicati ai modelli d’epoca in collaborazione con RIVS, per parlare di auto che hanno segnato un’epoca, e che ancora fanno sognare. Questa è la volta di un pezzo raro, la Lancia Aprilia Graber. Rigore svizzero e cuore italiano sono due peculiarità che ben si fondono nella Lancia Aprilia Graber, una creazione esclusiva ed inaspettata, regalata dalla carrozzeria artigianale che unì il suo nome al modello. Ma quali sono le esatte origini della vettura? Nel 1934, la torinese Lancia vuole portare a termine un progetto ambizioso cominciato già con la creazione della Lancia Augusta, ovvero realizzare un modello altamente aerodinamico, pur mantenendo una linea classica, ma che allo stesso tempo contenga i consumi. Così alla fine del ’43, i tecnici della Casa iniziano il “work in progress” per portare alla luce una nuovo prototipo. La carrozzeria viene studiata in collaborazione con il Politecnico di Milano e il lavoro degli ingegneri porterà a ottenere un coefficiente aerodinamico estremamente basso per l’epoca, che verrà brevettata insieme al motore, il quale viene realizzato con i cilindri a V stretto ma con la camera a scoppio di forma emisferica, ottenuto tramite particolare procedimento, anche questo sotto brevetto. Una caratteristica particolare della carrozzeria sarà data dall’irremovibile decisione del Presidente Vincenzo Lancia di dotare l’auto di portiere con le cerniere nascoste, richiesta che diede molto da fare al suo staff, già alle prese con il particolare profilo delle stesse, curvo e non retto. Alla fine, anche con l’aiuto di consulenze esterne, si ottenne il risultato sperato, ovvero un’auto estremamente innovativa. Tutte queste innovazioni però, non migliorarono un problema diffuso per le auto dell’epoca, ovvero la difficile abitabilità dell’abitacolo, soprattutto al posteriore, e la non ottima visibilità dello specchio retrovisore per via della curvatura finale. Difetti comunque risibili per un’auto degli anni 30. (continua) [Show as slideshow] Le prove su strada decreteranno infatti la buona riuscita del modello e le assicureranno la presenza al Salone dell’Auto di Parigi del ‘36, dove sarà presentata con il nome di Lancia Ardennes perché assemblata in territorio francese. Seguirà la presentazione a Londra e Milano, dove prenderà il nome Aprilia, nome dato dalla città laziale costituita, almeno sulla carta, il 25 aprile 1936 in seguito alla bonifica dell’Agropontino per volontà del regime fascista. Della Lancia Aprilia verrà fatta una produzione berlina e, come era consuetudine allora, una autotelaio per crearne una fuoriserie. Ma veniamo ora alla creazione di Hermann Graber, artigiano svizzero proveniente da un’attività familiare di produzione e allestimento di ruote per carri e carrozze, che si configurerà negli anni come designer dalle linee classiche e raffinatissime. Con l’inizio della circolazione di automobili nella sua regione, il giovane Hermann decise di convertire la...
Le auto che hanno fatto la storia: Maserati A6 G54 Zagato
La Maserati A6 G54 Zagato è una di quelle rare eccezioni per cui l’abito, in questo caso l’auto, fa il monaco. Auto d’epoca per pochi, vettura chic e prestigiosa, la Zagato nacque nel 1954, segnando la fine di un’epoca e di un certo modo di intendere l’automobile sportiva. Scopo di Maserati era quello di riuscire a far convivere, in un’unica automobile, lo spirito elegante e quello sportivo, segnalando al contempo le caratteristiche del proprietario che con questo rinnovato spirito voleva identificarsi. Nei primi anni Cinquanta il Tridente decise infatti di allargare la famiglia e di optare per una serie di vetture esclusive, adatte sia ad un utilizzo stradale che sportivo. Sfruttando come base di partenza la A6 G 2000 – vettura prettamente sportiva – per la realizzazione del telaio della Maserati A6 G54, vettura prettamente stradale, i tecnici Maserati si rivolsero a Gilberto Colombo, un artigiano con esperienza pluriennale nel settore. Per quanto riguarda la carrozzeria invece, la casa italiana si affidò alle storiche collaborazioni con Frua, Allemano e sopratutto Zagato, che si impegnarono nella produzione fino al 1957, anno in cui l’ultima vettura venne costruita. Tra tutte, la versione ideata dal milanese Zagato è ancora oggi quella più ammirata e riconosciuta, amata soprattutto per la sua semplicità e linearità e destinata principalmente ad un utilizzo agonistico. Zagato produsse scocche su misura per ogni autovettura creata e, per la fabbricazione, fece ricorso ad alluminio e plexiglas per i cristalli laterali. Il tetto della vettura era uno degli elementi più caratterizzanti: esso era infatti privo delle classiche bombature. Sembra che Zagato abbia costruito solo un’autovettura con il tetto a doppia bolla: auto iscritta alla corsa Mille Miglia del 1956 da piloti italiani e successivamente venduta ad un collezionista italoamericano negli anni Sessanta. [Show as slideshow] Dal punto di vista tecnico, il motore – un sei cilindri – era montato quasi al centro del corpo della vettura. Il cambio era a quattro velocità non sincronizzate e venivano praticati fori radiali lungo i fianchi per migliorare la tenuta e le sollecitazioni. Da buona sportiva, gli interni della vettura non lasciavano molto spazio a lusso e fronzoli: la strumentazione di bordo era di qualità, ma le linee erano molto basiche ed essenziali. La Maserati A6 G54 Zagato venne prodotta in due versioni: stradale e da competizione e il tipico scarico sdoppiato fu prodotto da Abarth per la versione da strada mentre, per quella da competizione, il compito fu preso in carico dalla casa madre. Dalla sede modenese uscirono solo sessanta esemplari del modello A6 G54, ognuno curato e realizzato in modo unico, e di questi solo venti firmati da Zagato. Al contrario delle sue sorelle, le...
Le auto che hanno fatto la storia: Alfa Romeo 8C 2300
Da oggi inizia la collaborazione tra ItalianTestDriver ed il Registro Italiano Veicoli Storici (www.rivs.it), con i quali scopriremo le vetture storiche che hanno segnato il mondo dell’auto grazie alle loro vittorie e alle loro imprese. Il primo articolo è dedicato ad uno dei modelli che hanno fatto la storia dell’automobilismo: l’Alfa Romeo 8c 2300. Una delle più importanti, più vincenti, performanti e affidabili auto da corsa che si ricordi e che ha segnato i Gran Prix precedenti alla seconda guerra mondiale è sicuramente l’Alfa Romeo “8C 2300”, progettata nel 1930 dall’ingegner Vittorio Jano. Questa vettura, dotata di un propulsore di 2300 cc (come dice il nome stesso) venne realizzata per competere sulle piste più importanti del Mondo ottenendo risultati incredibili, che le hanno permesso di essere oggi una delle più belle e ambite vetture storiche esistenti, quasi introvabili. Già vincitrice del primo Campionato del Mondo del 1925 con il modello P2, progettata sempre da Jano, la casa del biscione decise di affidare all’ingegnere l’evoluzione della sua creatura, creando un motore 8 cilindri in linea (già montato dalla stessa P2) con doppio albero a canne in testa e sovralimentato da un compressore Roots. La vera novità introdotta da Jano fu l’albero motore progettato in due parti, con in mezzo due ingranaggi cilindrici a dentatura elicoidale: uno di questi azionava il compressore Roots, mentre l’altro azionava gli ingranaggi collegati all’albero a camme. Grazie a queste novità meccaniche, la 8C 2300 permise all’Alfa Romeo di competere sulle piste più famose e sotto la guida dei piloti più importanti al mondo, vincendo un gran numero di gare e ricevendo numerosi elogi e apprezzamenti da tutta al stampa europea. Uno dei sei esemplari rielaborati da Jano esordì in pista a Monza il 19 giugno 1931. Per quell’occasione, la macchina guidata da Tazio Nuvolari sviluppava 165 cavalli a 5400 giri al minuto. L’Alfa Romeo vinse la gara ed in seguito a quell’epico e vincente esordio, al nome “tecnico” 8C 2300 si aggiunse il nome “Monza”, per ricordare la grande impresa ottenuta dall’Alfa. Tale denominazione portò fortuna in quanto la “Monza” dominò incontrastata la Targa Florio dal 1931 al 1935 e si affermò anche alla Mille Miglia del 1932 e 1933 condotta da due mostri sacri come Nuvolari e Borzacchini. Negli anni seguenti il modello fu sviluppato e potenziato nella cilindrata. Nel 1931 vide la luce anche la potente Alfa Romeo 8C 3000 Le Mans, un’altra auto sportiva, esordiente alla Eireann Cup e che stupì il mondo dell’auto vincendo per 4 anni consecutivi la 24 ore di Le Mans. La versione equipaggiata con il propulsore da 2900 cc sostituì invece la 8C 2300 nell’albo d’oro della Mille Miglia guadagnandosi appunto l’appellativo di...