Aston Martin: Investindustrial Holding di Bonomi acquista il 37,5%
Come vi avevamo anticipato, il gruppo Investindustrial Holding di Bonomi ha acquistato il 37,5% di Aston Martin, portando così la grande casa automobilistica inglese in mani italiane. Potremmo anche dire che Aston Martin sia italiana a tutti gli effetti dato che ora la maggioranza delle azioni è in mani italiane, ma sarebbe come dire che Dcati e Lamborghini sono tedesche e che Mini e Rolls-Royce non sono più inglesi. Le aziende storiche il paese di origine lo mantengono nel proprio dna, dove la storia, la passione ed i successi valgono molto di più delle percentuali di acquisizione. Detto questo, il gruppo di Bonomi è molto soddisfatto di questa acquisizione e intende ripetere il successo ottenuto con Ducati, azienda rilevata in condizioni critiche e riportata ad altissimo livello per essere poi venduta ad Audi dopo pochi anni. Investindustrial acquisirà per 190 milioni di euro il 37,5% di Aston Martin Holdings (UK) dal fondo Dar del Kuwait una volta acquisito il benestare dell’antitrust, previsto nel primo trimestre del 2013. In seguito partiranno gli investimenti da parte di Investindustrial ed Investment Dar, il fondo arabo che detiene la parte restante di Aston MArtin, con un investimento di oltre 625 milioni di euro in nuovi prodotti e sviluppo tecnologico. Il primo passo verso il rinnovamento della gamma ed il rilancio di Aston Martin avverrà con il lancio della nuova Aston Martin Vanquish, la quale sarà commercializzata nei primi mesi del 2013 e che segna un salto tecnologico per il costruttore britannico, grazie all’ampio utilizzo di fibra di carbonio e materiali nobili. La produzione e la sede dell’Aston Martin rimarranno nello stabilimento di Gaydon, in Inghilterra, mantenendo la propria identità inglese. Il presidente di Aston Martin, David Richards, ha espresso la sua grande soddisfazione per questa operazione e Andrea Bonomi ha affermato:”Siamo orgogliosi di iniziare questa avventura e investire in una icona globale come Aston Martin, oltre che in uno dei marchi simbolo del “British style”. Non vediamo l’ora di lavorare con il management e con Investment Dar per realizzare anche con Aston Martin quel processo di trasformazione e ammodernamento che abbiamo ottenuto con successo in Ducati, grazie all’ampliamento della gamma di modelli e al rafforzamento della rete distributiva in tutto il...
Audi acquista Ducati per 860 milioni di euro
Purtroppo le voci degli ultimi mesi erano fondate ed un altra grande azienda italiana finisce in mani tedesche. Oggi è stato ufficializzato l’acquisato di Ducati da parte di Audi, la quale ha sborsato 860 milioni di euro per avere la casa di Borgo Panigale (Bologna). Un’azienda “piccola” ma dall’enorme passione per le due ruote, che le ha permesso con pochi ingegneri ed un budget limitato di vincere il mondilae di MotoGP nel 2007 contro tutti i colossi giapponesi e contro ogni previsione, grazie ad una grande passione che si può respirare e percepire già a pochi metri dall’azienda. Inoltre le moto stradali sono considerate le più belle del mondo ed ogni anno ricevono prestigiosi premi per lo stile e la tecnologia. Ducati nasce nel 1926 con il nome di Società Scientifica Radio Brevetti Ducati, specializzata nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. Nel 1935 venne realizzato lo stabilimento dove ha attualmente sede la Ducati Motor Holding Spa e la produzione venne ampliata con la realizzazione delle prime apparecchiature radiofoniche, antenne radio, macchine fotografiche, rasoi elettrici, proiettori cinematografici e addizionatrici elettriche. Al termine della seconda guerra mondiale, vi fu la necessità di realizzare una nuova produzione da affiancare alle precedenti realizzazioni. Così nel 1946 nacque così il reparto motociclistico come branca dell’azienda, con la produzione del Cucciolo, un motore monocilindrico da applicare ad una normale bicicletta, progettato dalla SIATA di Torino. Successivamente, questo venne applicato ad un telaio progettato dalla Caproni, ottenendo un bicimotore venduto in tutto il mondo in oltre 250.000 unità. (Continua all’interno…) Nel 1954 venne assunto in Ducati Fabio Taglioni, il geniale progettista romagnolo che sviluppò per Ducati oltre mille progetti di moto e motori tra il 1954 e il 1984, ma soprattutto sviluppò le tecnologie che avrebbe formato il dna delle moto Ducati, come il sistema desmodromico, il motore bicilindrico ed il telaio a traliccio, “anima” delle moto Ducati. Nel 1985 la società venne ceduta all’azienda motociclistica Cagiva (Varese), che ne mantenne la proprietà fino al 1996. Nel 1996 il Texas Pacific Group acquistò il 51% delle azioni Ducati, in quanto gli americani erano (e sono tutt’oggi) estremamente innamorati di queste moto italiane. Nel 2006 il marchio Ducati ritorna in mani italiane con l’acquisto da parte di Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi, di una quota consistente del capitale sociale e già nel 2007 vi è stato un ritorno all’utile, chiudendo con un giro d’affari di quasi 398 milioni di euro, in aumento del 30,5% rispetto ai 305 milioni dell’anno precedente. Oggi Ducati abbandona nuovamente l’Italia per andare in mani tedesche, dopo anni di utili, moto stupende e vittorie in Superbike e MotoGP. Tra le moto più famose come non citare la Ducati Monster, la 998, la 1098 e l’ultimo gioiello di casa: la 1199 Panigale. Con questa vendita sicuramente Ducati avrà maggiori finanze per sviluppare in...