Terre di Canossa International Classic Cars Challenge: al via la quarta edizione
La corsa storica per eccellenza è senza dubbio la Mille Miglia, corsa che vede sfidarsi le auto storiche più belle e rare del mondo sin dal 1927. In pochi però forse conoscono il rally “Terre di Canossa International Classic Cars Challenge” organizzata dalla Scuderia Tricolore di Reggio Emilia, corsa storica seconda solo alla Mille Miglia come numero di partecipanti stranieri. Il Rally Terre di Canossa (24-27 aprile 2014) vedrà sfidarsi le più importanti vetture storiche del passato in un percorso di 550 km in luoghi unici, partendo dall’Emilia, attraversando gli splendidi paesaggi della toscana e della Liguria, per poi ritornare a Reggio Emilia dove ci sarà la premiazione del vincitore nella sala del Tricolore. Parte così la quarta edizione del Rally Terre di Canossa, uno dei tre “Grandi Eventi CSAI” più internazionali. La gara prenderà il “via” Venerdì 25 alle 9.30 da Reggio Emilia, attraverserà gli storici territori Matildici e, dopo un lungo viaggio in Toscana e Liguria, tornerà infine nella Città del Tricolore Domenica 27, dove ci sarà la premiazione nella sala del Tricolore. Giunta alla quarta edizione, la Scuderia Tricolore ha portato Terre di Canossa nell’olimpo delle manifestazioni più apprezzate dai grandi collezionisti del mondo, un viaggio fatto di sport, arte, cultura e gusto, che quest’anno attraverserà le province di Reggio, Lucca, Pisa, Massa e La Spezia. Anche per il 2014 l’organizzazione ha disegnato un Terre di Canossa davvero ricco di novità rispetto ai paesaggi attraversati e al progetto da raccontare: quest’anno la gara sarà un omaggio ai 100 anni del Comune di Forte dei Marmi e della Maserati, main sponsor dell’evento, che festeggerà con noi il centenario, e ai 500 anni delle mura di Lucca. Per chi ama la competizione, le prove a cronometro aumentano a 75 e ad esse si aggiungono 2 prove di media (con classifica a parte), pensate per chi vuole approfittare della gara per un valido allenamento alla 1000 Miglia. Confermato anche il Trofeo Eberhard, main sponsor dell’evento, che metterà in palio quattro splendidi orologi. La macchina organizzativa, che nei 4 giorni sarà animata da oltre 250 collaboratori, sta scaldando i motori per questo evento che si fonda su tre pilastri fondamentali, tipici della nostra Emilia: i motori: una gara sfidante, di circa 550 km, con ben 75 prove a cronometro e due prove di media; il paesaggio e la storia: uno spaccato completo dei paesaggi italiani, dai Castelli dei Canossa, ai più suggestivi passi appenninici, ai borghi emiliani e toscani, alle città d’arte più suggestive come Pisa, Lucca e Pietrasanta, fino a giungere al mare della Versilia e di La Spezia; l’ospitalità: prodotti tipici e ricette della tradizione, interpretate dai nostri migliori chef. I LUOGHI DELLA CORSA Grande numero...
Stelle sul Liston: conclusa l’edizione 2013
Il 19 e il 20 ottobre si è svolta “Stelle sul Liston” 2013, terza edizione del concorso d’eleganza Automobilistica e femminile, diventato ormai atteso appuntamento per gli appassionati del motorismo storico. L’evento ha riscosso un notevole successo tra il pubblico e gli appasionati non solo del Padovano, ma di tutto il Veneto. Oltre ad essere dedicato alla passione per le auto, l’evento abbina iniziative di solidarietà come la collaborazione con Emergency, a cui è andato parte del ricavato della manifestazione. L’apertura del concorso si è svolta sabato 19 ad Abano Terme fra i saluti del Presidente Nazionale RIVS Rossano Nicoletto e delle autorità, e con 26 auto storiche di alto pregio selezionatissime, datate dagli inizi del ‘900 fino agli anni ’70, che hanno pacificamente invaso la zona pedonale di Viale delle Terme fra la meraviglia e l’ammirazione generale. Tanti sono stati gli appassionati ed i curiosi che, approfittando della bella giornata, hanno raggiunto la zona pedonale per foto e commenti e per fermarsi nel punto ristoro appositamente allestito e assaporare la birra artigianale Birra Antoniana, tipicità locale disponibile nella variante classica e fruttata. Grazie all’esposizione statica delle vetture ed all’intrattenimento musicale, il Viale delle Terme di Abano è diventato polo attrattivo per tutta la serata, movimentando la movida della cittadina termale. Il mattino seguente, come da programma, le auto si sono spostate verso il centro di Padova, tradizionale cuore pulsante dell’evento, seguendo un piacevole tragitto ai piedi dei Colli Euganei e creando un colorato e pittoresco corteo. Arrivati in Largo Europa, si è effettuato l’abbinamento con le modelle in abiti stile vintage grazie alla sapiente mano di Face NicoBaggio makeup artist ed alla maestria dello staff di hair stylists United by Franco Curletto, agli accurati accessori di Fattoretto Jewels Design ed agli abiti eleganti e romantici di Sandro Ferrone. Le auto sono poi partite per un giro lungo le vie più attrattive di Padova, come le Riviere dei Ponti Romani e l’anello attorno Prato della Valle, per poi risalire il Liston di via Roma ed effettuare un’entrata di grand’effetto sul piazzale dello storico Caffè Pedrocchi. Fortunatamente, dopo alcuni accenni di pioggia, il tempo stabile ha accolto le vetture e neanche qualche piccolo intoppo, come il momentaneo fermarsi della Fiat Balilla Carrozzeria Speciale Sport, ha intaccato il successo della manifestazione, anzi, da tutti è stata ancor più ammirata la vitalità e la grinta che le vetture ancora conservano. Nella splendida cornice di pubblico, e davanti alla giuria composta da personalità di spicco, si è svolta la sfilata di auto e modelle che hanno regalato in un attimo un’atmosfera di altri tempi. Dopo la sfilata si è svolta la conferenza aperta al pubblico “Lancia: la...
Le auto che hanno fatto la storia: Lancia Aprilia Graber
Riprendono gli articoli dedicati ai modelli d’epoca in collaborazione con RIVS, per parlare di auto che hanno segnato un’epoca, e che ancora fanno sognare. Questa è la volta di un pezzo raro, la Lancia Aprilia Graber. Rigore svizzero e cuore italiano sono due peculiarità che ben si fondono nella Lancia Aprilia Graber, una creazione esclusiva ed inaspettata, regalata dalla carrozzeria artigianale che unì il suo nome al modello. Ma quali sono le esatte origini della vettura? Nel 1934, la torinese Lancia vuole portare a termine un progetto ambizioso cominciato già con la creazione della Lancia Augusta, ovvero realizzare un modello altamente aerodinamico, pur mantenendo una linea classica, ma che allo stesso tempo contenga i consumi. Così alla fine del ’43, i tecnici della Casa iniziano il “work in progress” per portare alla luce una nuovo prototipo. La carrozzeria viene studiata in collaborazione con il Politecnico di Milano e il lavoro degli ingegneri porterà a ottenere un coefficiente aerodinamico estremamente basso per l’epoca, che verrà brevettata insieme al motore, il quale viene realizzato con i cilindri a V stretto ma con la camera a scoppio di forma emisferica, ottenuto tramite particolare procedimento, anche questo sotto brevetto. Una caratteristica particolare della carrozzeria sarà data dall’irremovibile decisione del Presidente Vincenzo Lancia di dotare l’auto di portiere con le cerniere nascoste, richiesta che diede molto da fare al suo staff, già alle prese con il particolare profilo delle stesse, curvo e non retto. Alla fine, anche con l’aiuto di consulenze esterne, si ottenne il risultato sperato, ovvero un’auto estremamente innovativa. Tutte queste innovazioni però, non migliorarono un problema diffuso per le auto dell’epoca, ovvero la difficile abitabilità dell’abitacolo, soprattutto al posteriore, e la non ottima visibilità dello specchio retrovisore per via della curvatura finale. Difetti comunque risibili per un’auto degli anni 30. (continua) [Show as slideshow] Le prove su strada decreteranno infatti la buona riuscita del modello e le assicureranno la presenza al Salone dell’Auto di Parigi del ‘36, dove sarà presentata con il nome di Lancia Ardennes perché assemblata in territorio francese. Seguirà la presentazione a Londra e Milano, dove prenderà il nome Aprilia, nome dato dalla città laziale costituita, almeno sulla carta, il 25 aprile 1936 in seguito alla bonifica dell’Agropontino per volontà del regime fascista. Della Lancia Aprilia verrà fatta una produzione berlina e, come era consuetudine allora, una autotelaio per crearne una fuoriserie. Ma veniamo ora alla creazione di Hermann Graber, artigiano svizzero proveniente da un’attività familiare di produzione e allestimento di ruote per carri e carrozze, che si configurerà negli anni come designer dalle linee classiche e raffinatissime. Con l’inizio della circolazione di automobili nella sua regione, il giovane Hermann decise di convertire la...
Le auto che hanno fatto la storia: Maserati A6 G54 Zagato
La Maserati A6 G54 Zagato è una di quelle rare eccezioni per cui l’abito, in questo caso l’auto, fa il monaco. Auto d’epoca per pochi, vettura chic e prestigiosa, la Zagato nacque nel 1954, segnando la fine di un’epoca e di un certo modo di intendere l’automobile sportiva. Scopo di Maserati era quello di riuscire a far convivere, in un’unica automobile, lo spirito elegante e quello sportivo, segnalando al contempo le caratteristiche del proprietario che con questo rinnovato spirito voleva identificarsi. Nei primi anni Cinquanta il Tridente decise infatti di allargare la famiglia e di optare per una serie di vetture esclusive, adatte sia ad un utilizzo stradale che sportivo. Sfruttando come base di partenza la A6 G 2000 – vettura prettamente sportiva – per la realizzazione del telaio della Maserati A6 G54, vettura prettamente stradale, i tecnici Maserati si rivolsero a Gilberto Colombo, un artigiano con esperienza pluriennale nel settore. Per quanto riguarda la carrozzeria invece, la casa italiana si affidò alle storiche collaborazioni con Frua, Allemano e sopratutto Zagato, che si impegnarono nella produzione fino al 1957, anno in cui l’ultima vettura venne costruita. Tra tutte, la versione ideata dal milanese Zagato è ancora oggi quella più ammirata e riconosciuta, amata soprattutto per la sua semplicità e linearità e destinata principalmente ad un utilizzo agonistico. Zagato produsse scocche su misura per ogni autovettura creata e, per la fabbricazione, fece ricorso ad alluminio e plexiglas per i cristalli laterali. Il tetto della vettura era uno degli elementi più caratterizzanti: esso era infatti privo delle classiche bombature. Sembra che Zagato abbia costruito solo un’autovettura con il tetto a doppia bolla: auto iscritta alla corsa Mille Miglia del 1956 da piloti italiani e successivamente venduta ad un collezionista italoamericano negli anni Sessanta. [Show as slideshow] Dal punto di vista tecnico, il motore – un sei cilindri – era montato quasi al centro del corpo della vettura. Il cambio era a quattro velocità non sincronizzate e venivano praticati fori radiali lungo i fianchi per migliorare la tenuta e le sollecitazioni. Da buona sportiva, gli interni della vettura non lasciavano molto spazio a lusso e fronzoli: la strumentazione di bordo era di qualità, ma le linee erano molto basiche ed essenziali. La Maserati A6 G54 Zagato venne prodotta in due versioni: stradale e da competizione e il tipico scarico sdoppiato fu prodotto da Abarth per la versione da strada mentre, per quella da competizione, il compito fu preso in carico dalla casa madre. Dalla sede modenese uscirono solo sessanta esemplari del modello A6 G54, ognuno curato e realizzato in modo unico, e di questi solo venti firmati da Zagato. Al contrario delle sue sorelle, le...
Le auto che hanno fatto la storia: Jaguar XK120
Londra, 1948. La guerra è appena finita e la città cerca di ritornare alla normalità dopo la devastazione bellica. Le Olimpiadi, tenutesi allo stadio di Wembley, hanno visto il trionfo di “Fanny” Blankers-Koen, la “Mamma volante”, vincitrice di 4 medaglie d’oro nell’atletica. Se Londra cerca di tornare alla normalità, anche la Jaguar cerca di fare altrettanto. Non sappiamo se è proprio all’atleta olandese che la Jaguar si è ispirata, ma di certo non è un caso che la casa decise di rilanciare il proprio marchio producendo una vettura che per un periodo sarebbe diventata l’auto più veloce al mondo, la Jaguar XK120. Presentata al salone dell’automobile di Londra in versione roadster come prototipo sperimentale, il nuovo modello della casa inglese riscosse unanimi consensi dalla critica tanto che il patron di Jaguar, Williams Lyons, decise di produrla per il grande pubblico. Nacque così la Jaguar XK120, prodotta in dodicimila esemplari fino al 1954 e in grado di competere nelle maggiori competizioni internazionali comela 24 Ore di Le Mans, la Targa Florio, la Mille Miglia e la NASCAR. L’animo della Jaguar XK120, inizialmente prodotta in soli 242 esemplari nella sola variante roadster a due posti (nota anche come OTS: Open Two Seater), riprendeva il carattere sportivo della Jaguar SS100, automobile prodotta fino al 1940. Era una macchina decapottabile dotata di un motore XK6 che poteva portare la vettura ad una velocità massima di 120 mph (193 km/h), ma senza parabrezza anteriore poteva raggiungere addirittura una velocità superiore, toccando il massimo per quell’epoca. Il modello roadster aveva una carrozzeria in alluminio, con telaio a longheroni e traverse in legno di frassino che riprendeva quella della berlina Mark V. Da questo modello, la Jaguar XK120 ereditò pure le sospensioni anteriori a ruote indipendenti con quadrilateri deformabili, mentre quelle posteriori avevano l’assale rigido con balestre semiellittica a foglia. Dal 1950 iniziò la produzione in serie ma, per cercare di contenere i costi, Jaguar decise di passare alla produzione della carrozzeria in acciaio, tenendo solamente portiere e cofano anteriore e posteriore in alluminio. Il cuore pulsante dell’auto rimaneva il motore da 6 cilindri in linea bialbero da 3,4 litri che erogava 160 CV di potenza ed era all’avanguardia per l’epoca. Particolari non sempre apprezzabili ma ricercati, erano lo sterzo a circolazione di sfere con piantone a regolazione telescopica, le finiture di pregio tipiche del marchio come il cruscotto in radica e gli interni curatissimi ed i freni a tamburo Alfin con alette in alluminio su tutte e quattro le ruote. Questi freni però, in caso di eccessiva usura (soprattutto in pista), perdevano temporaneamente efficacia e di conseguenza non fornivano buone prestazioni. A partire dal 1951 furono prodotti altri...