Il mercato dell’auto in Italia continua a registrare un netto calo delle vendite, segnando un -14,26% nel mese di maggio. Da gennaio 2012 il mercato è crollato, con percentuali sempre con il segno meno e nessun inizio di ripresa, sie per le auto nuove che per le auto usate. Rispetto allo stesso mese dello scorso anno, le vendite sono passate da 171.559 unità a 147.102 unità. Nonostante questo calo però, il Gruppo Fiat ha aumentato la sua quota di mercato passando dal 30,57% del 2011 all’odierno 31,61%, nonostante le vendite del gruppo abbiano ancora il segno meno. Infatti nel mese di maggio, il Gruppo torinese ha venduto 46.500 unità, contro le 52.440 del 2011. Se Fiat è in calo, anche Alfa Romeo (-20,88%), Lancia (-10,16%), Jeep (-13,63), Ferrari (-58,62%) e Maserati da (-86,67%) non fanno meglio. Anche il Gruppo Volkswagen ha registrato un -15,68%, con Volkswagen (-20,13%), Audi (-0,26%), Seat (-31,01%) e Skoda (-18,27%) in calo. Seguono BMW (-13,41%), Mercedes (-13,42%), Peugeot (-14,05%), Renault (-23,33%), Citroen (-16,78%) e Ford (-27,76%). Gli unici marchi che hanno registrato un aumento della vendite sono Hyundai (+0,33%), Kia (+81,91%), Dacia (+23,82%), Chevrolet (+13,72%), Smart (+4,60%) e Land Rover (+24,59%). Per quanto riguarda i carburanti alternativi, non si arresta il grande incremento delle vetture a GPL, cresciute del 166% rispetto all’anno scorso, registrando un +108% nei primi 5 mesi dell’anno. Le immatricolazioni delle vetture a metano crescono del 46% e quelle le auto ibride immatricolate a maggio 2012 hanno registrato un +50% rispetto allo scorso anno, così come le vetture elettriche (+56%). Notizia allarmente però è il calo anche del numero di auto circolanti nel nostro Paese, dato che dimostra non solo il calo di vendite ma anche una scelta diversa da parte degli automobilisti per gli spostamenti di ogni giorno. L’Unrae afferma che il parco auto circolante dei privati è in calo di circa 26.600 unità nei primi quattro mesi dell’anno, un fenomeno di “demotorizzazione” che colpisce l’Italia per la prima volta.
Il presidente dell’Unrae, Jacques Bousquet, afferma che: “la demotorizzazione è una conseguenza dei costi di gestione insostenibili dell’auto, che gravano sui bilanci delle famiglie. In più, l’attuale sistema fiscale frena anche il rinnovo dei parchi aziendali. Le percorrenze medie si sono drasticamente ridotte, la mobilità individuale si sta modificando e molti non acquistano una nuova vettura quando la loro attuale vettura non è più utilizzabile”.
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