Le auto che hanno fatto la storia: Lancia Aprilia Graber
Manuel Morlini
Riprendono gli articoli dedicati ai modelli d’epoca in collaborazione con RIVS, per parlare di auto che hanno segnato un’epoca, e che ancora fanno sognare. Questa è la volta di un pezzo raro, la Lancia Aprilia Graber. Rigore svizzero e cuore italiano sono due peculiarità che ben si fondono nella Lancia Aprilia Graber, una creazione esclusiva ed inaspettata, regalata dalla carrozzeria artigianale che unì il suo nome al modello. Ma quali sono le esatte origini della vettura? Nel 1934, la torinese Lancia vuole portare a termine un progetto ambizioso cominciato già con la creazione della Lancia Augusta, ovvero realizzare un modello altamente aerodinamico, pur mantenendo una linea classica, ma che allo stesso tempo contenga i consumi. Così alla fine del ’43, i tecnici della Casa iniziano il “work in progress” per portare alla luce una nuovo prototipo. La carrozzeria viene studiata in collaborazione con il Politecnico di Milano e il lavoro degli ingegneri porterà a ottenere un coefficiente aerodinamico estremamente basso per l’epoca, che verrà brevettata insieme al motore, il quale viene realizzato con i cilindri a V stretto ma con la camera a scoppio di forma emisferica, ottenuto tramite particolare procedimento, anche questo sotto brevetto. Una caratteristica particolare della carrozzeria sarà data dall’irremovibile decisione del Presidente Vincenzo Lancia di dotare l’auto di portiere con le cerniere nascoste, richiesta che diede molto da fare al suo staff, già alle prese con il particolare profilo delle stesse, curvo e non retto. Alla fine, anche con l’aiuto di consulenze esterne, si ottenne il risultato sperato, ovvero un’auto estremamente innovativa. Tutte queste innovazioni però, non migliorarono un problema diffuso per le auto dell’epoca, ovvero la difficile abitabilità dell’abitacolo, soprattutto al posteriore, e la non ottima visibilità dello specchio retrovisore per via della curvatura finale. Difetti comunque risibili per un’auto degli anni 30. (continua)
Le prove su strada decreteranno infatti la buona riuscita del modello e le assicureranno la presenza al Salone dell’Auto di Parigi del ‘36, dove sarà presentata con il nome di Lancia Ardennes perché assemblata in territorio francese. Seguirà la presentazione a Londra e Milano, dove prenderà il nome Aprilia, nome dato dalla città laziale costituita, almeno sulla carta, il 25 aprile 1936 in seguito alla bonifica dell’Agropontino per volontà del regime fascista. Della Lancia Aprilia verrà fatta una produzione berlina e, come era consuetudine allora, una autotelaio per crearne una fuoriserie. Ma veniamo ora alla creazione di Hermann Graber, artigiano svizzero proveniente da un’attività familiare di produzione e allestimento di ruote per carri e carrozze, che si configurerà negli anni come designer dalle linee classiche e raffinatissime. Con l’inizio della circolazione di automobili nella sua regione, il giovane Hermann decise di convertire la produzione aziendale all’insegna della modernità. I suoi primi lavori, dalla linea pulita ed elegante, impressionarono una ricercata clientela e il successo arrivò preso il concorso di eleganza di Sankt Moritz nel 1927, dopo il quale il carrozziere Svizzero cominciò a lavorare su Rolls Royce e Bugatti per poi proseguire con altri marchi e modelli prestigiosi. La Lancia Aprilia Graber del ‘41 è dunque uno dei circa 800 modelli che vennero prodotti con la sua firma: carrozzeria scoperta, senza orpelli, essenziale, l’Aprilia Graber esprime ancora oggi un’eleganza senza tempo. Un’auto che trasmette una sensazione d’opulenza e signorilità borghese, quasi nobiliare, tipica di un mondo Mitteleuropeo che, scalfito dalla Prima Guerra Mondiale, finirà per scomparire di lì a pochi anni a causa del secondo conflitto. Un mito, quella della Aprilia Graber, giunto intatto fino ai giorni nostri.