#DieselGate, #GasAuto e “scandalo Volkswagen” sono gli hashtag e le parole relative allo scandalo emissioni Volkswagen più ricercate in questi ultimi 6 giorni e che stanno rimbalzando in rete e in televisione su tutti i notiziari.
In seguito a prove e controlli da parte dell’EPA (Environmental Protection Agency, ovvero l’agenzia federale americana che certifica i consumi e le emissioni delle auto), il Gruppo Volkswagen è stato accusato di aver “truccato” le centraline dei motori Diesel TDI allo scopo di superare i severi test sulle emissioni, truffando così milioni di acquirenti in tutto il mondo.
L’ammissione di questa colpa e della frode è arrivata prima dal numero uno di Volkswagen USA, Michael Horn, ed in seguito dallo stesso numero uno Volkswagen, Martin Winterkorn, che ha ammesso senza mezzi termini di aver ingannato gli acquirenti del brand tedesco, con una conseguente perdita dell’immagine di tutto il Made in Germany ed un crollo di oltre il 20% del titolo in borsa, bruciando 16 miliardi di euro. Queste le sue parole:
“Mi dispiace profondamente di aver deluso i nostri clienti e l’opinione pubblica. Ci impegneremo a collaborare pienamente con le autorità e abbiamo già ordinato un’indagine esterna”
Il Software intelligente
Una volta “capito” che si è in fase di test, il software impone alla centralina un taglio di potenza del motore, abbassando le prestazioni ed ottimizzando tutti i parametri per ottenere bassi livelli di emissione.
Di conseguenza, quando l’auto non ha le ruote sui rulli dei test a banco ma è sulle strade di tutti i giorni, inquina tra le 10 e le 40 volte di più rispetto ai valori omologati.
Ovviamente, c’è chi insulta Volkswagen per l’inganno, chi giura non comprerà mai più un modello tedesco ma anche chi difende a spada tratta la casa tedesca, puntando il dito sui test “farlocchi” per l’omologazione delle emissioni e dei consumi.
In difesa di VW sono scesi in campo appassionati ed esperti, che minimizzano l’operato della casa tedesca affermando che tutte le case automobilistiche “barano” in questi test e che quindi, dato che lo fanno tutti, Volkswagen sarebbe scusata. In realtà, le cose non stanno così. Ma andiamo con ordine.
I test per i consumi le emissioni
La normativa però è molto permissiva e permette alcuni “trucchetti” come gonfiare gli pneumatici oltre i limiti, sostituire l’olio motore con uno extra fluido, disattivare climatizzatore e circuiti secondari e tutto quello che potrebbe influire su consumi ed emissioni.
La differenza tra il trucco di Volkswagen è le misure “poco corrette” utilizzate dagli altri costruttori però sta nel fatto che, pur non rappresentando il reale utilizzo della vettura da parte di un guidatore di tutti i giorni, tutte queste misure sono ammesse dagli stessi enti di omologazione e quindi non sono vere e proprie “furbate” a livello legale. Le case quindi non barano, ma rispettano semolicemente il regolamento approfittando delle “agevolazioni”.
Un pò come i costumi delle gare di nuoto: nessuno vieta di indossare costumi che abbiano un minor attrito con l’acqua e quindi vengono utilizzati dagli atleti. Se gli stessi atleti indossassero però costumi normali, non farebbero il record.
Chiaro che in questo modo si punta a rispettare norme e limiti senza pensare puramente ad inquinare e consumare di meno, ma questo è un altro dicorso di onestà intellettuale, che purtroppo pochissime aziende seguono.
Volkswagen invece ha volutamente aggirato i test con un software vietato e studiato appositamente, mentre le altre case sono rimaste nei limiti delle modifiche ammesse.
I più esperti sanno però che tutte le case utilizzano software che ottimizzano i consumi in base allo stile di guida del guidatore. Perchè allora solo quello di Volkswagen è considerato ingannevole?
Le centraline dei concorrenti
Questi software infatti sono in grado di “capire” quando un guidatore tiene l’acceleratore costante (quindi sta guidando in autostrade o tangenziali) o quando si avanza a singhiozzo (sintomo che si è imbottigliati nel traffico).
In base a questi diversi “scenari” le centraline tagliano potenza al motore, in quanto avere la potenza massima del motore quando si viaggia a gas costante non è necessario (si pensi che per viaggiare a 100 km/h in modo costante, bastano circa 25 CV). Il taglio di potenza non è percepito da chi sta guidando in autostrada a velocità costante o a chi sta guidando imbottigliato nel traffico.
Allo stesso modo, se il guidatore richiede potenza, la centralina “penserà” meno ai consumi e alle emissioni e darà potenza piena al pilota. Inutile girarci intorno: se si chiede potenza, i consumi aumentano e le emissioni si alzano.
Quindi? Qual è la differenza tra la centralina dei motori Volkswagen e quella degli altri costruttori? La differenza è semplice: il software Volkswagen si attiva solo ed esclusivamente durante i test per le emissioni ed e ottimizzato per questo scopo.
In questo modo, a banco le vetture risultano pulite, mentre in strada inquinano fino a 40 volte di più rispetto allo stesso test a banco.
I software delle altre case invece (salvo sorprese..) non si attivano solo ed esclusivamente durante il test per diminuire le emissioni, ma agiscono sempre e su diversi parametri del motore, aiutando il guidatore a limitare consumi ed emissioni e rimanendo sempre nei limiti di legge.
Per questo motivo, nonostante i test abbiano una valenza discutibile per come sono condotti e pensati, il software di Volkswagen è ritenuto (giustamente) un inganno ai consumatori.
Solo vetture Volkswagen?
I motori TDI (1.6, 2.0, 3.0) sono utilizzati su tutte le auto del gruppo, comprese Seat, Skoda, Audi (Porsche al momento ne sembra esente) commercializzate tra il 2009 ed il 2015.
Tra i modelli troviamo Jetta, Golf, Passat, A3 e Maggiolino (new Beetle).
Conseguenze per la germania
Inutile dire che per il gruppo Volkswagen è una batosta storica, dato che sono ben 11 milioni i veicoli “taroccati” nel mondo e tutti gli stati sono sul piede di guerra, tra multe e class action.
Oltre agli Stati Uniti infatti, anche Europa, Australia, Corea e Cina vogliono chiarimenti sulla vicenda e hanno dichiarato guerra ai furbetti.
Per ora, gli Stati Uniti hanno minacciato una multa di ben 18 miliardi di dollari, e pare che Volkswagen abbia già messo da parte 6,5 miliardi di euro per richiamare le auto truccate e sistemarle, in quanto non omologate.
Ultime voci però, parlano di una class action mondale da oltre 50 miliardi di euro, ma è ancora tutto da vedere. Un salasso anche per una casa automobilistica come Volkswagen, che metterebbe a rischio non solo l’intero comparto automobilistico tedesco, indotto compreso, composto anche da aziende italiane, ma anche le centinaia di migliaia di persone che lavorano alla costruzione delle auto.
Motivazioni e cause
Perché il più grande costruttore di Auto al mondo (nelle vendite, battuta Toyota nei primi 8 mesi del 2015), che possiede un’immagine solidissima di qualità e ottima fattura, con 8 Brand nel gruppo e presente in molti campionati del mondo (Rally, DTM, Le Mans Series), decide di tradire i suoi clienti?
Quel è la motivazione? Una prima motivazione potrebbe essere data dal fatto che le normative sulle emissioni dei Diesel sono molto restringenti e in Volkswagen non riuscissero ad offrire un motore Diesel con prestazioni elevate e allo stesso tempo consumi ed emissioni ridotte rispetto ai Diesel concorrenti.
C’è chi ha ipotizzato un complotto mondiale contro i Diesel e Volkswagen, ma detto francamente la teoria non sta in piedi per il semplice fatto che i Diesel negli Stati Uniti non sono ancora affermati e nessuno guadagnerebbe dal loro mancato ingresso, ma soprattutto le lobby del petrolio e della benzina sono le stesse che producono il Diesel e non hanno motivo di ostacolarsi.
Rallentare l’espansione mondiale di Volkswagen? anche questa è una teoria poco appetibile, perchè se i costruttori americani volessero puntare solo sulle loro case automobilistiche, tenterebbero di fermare anche le giapponesi e le coreane, che oggi realizzano ottimi volumi di vendita.
Inoltre, il discorso è sempre lo stesso: se Volkswagen non avesse avuto un software nei propri motori progettato per ingannare i test, sarebbe stata inattaccabile. Se il costruttore tedesco fosse stato “pulito” e onesto, tutte le accuse sarebbero cadute miseramente.
Sempre negli Stati Uniti
Va anche detto che spesso sono gli americani a scoprire certi trucchetti, un po’ perché amano le cause legali, un po’ perché hanno normative più stringenti e severe che intendono far rispettare.
Per questo motivo, inizialmente, si pensava fosse solo un “inconveniente” dovuto alle stringenti leggi americane e che le auto tedesche fossero “a norma” per le leggi europee ma non per quelle americane.
Purtroppo era solo una bolla destinata ad ingrandirsi e ad esplodere in tutti gli Stati del mondo dove VW è presente.
I più attenti di voi si saranno chiesti: perché questo accanimento contro Volkswagen e non, ad esempio, contro gli scandali di GM e Toyota che hanno anche causato incidenti gravi e decessi?
La ragione è la stessa: GM e Toyota hanno avuto si gravissimi problemi relativi all’affidabilità e alla sicurezza, magari tenuti nascosti inizialmente e svelati soltanto dopo numerosi test e verifiche, ma erano calcoli sbagliati in fase di progettazione, non modifiche volute e pensate per ingannare omologazioni e clienti.
Vero che inquinare di più non è pericoloso come un’auto che non frena o non sterza, (anche se le emissioni inquinanti hanno gravi conseguenze sulla salute nel tempo), ma non si può giustificare un’operazione come quella fatta da Volkswagen solo perchè c’è chi ha fatto peggio.
Le altre case hanno pagato per i loro errori (chi più, chi meno..) ed è giusto che anche Volkswagen si prenda le sue responsabilità.