Difficilmente scrivo articoli in prima persona, soprattutto alle due di notte. Ma quando vedo certe opere d’arte, è come se le mani sulla tastiera scrivessero da sole.
Davide Cironi, famosissimo appassionato di auto e noto per i suoi video pieni di passione dove strapazza per bene auto storiche “pure”, crude e alle volte anche ignoranti, ha impiegato sei mesi per raccogliere il materiale e raccontare la storia della Bugatti.
Forse in molti di voi non lo sanno, ma Bugatti è stata per alcuni anni Italiana, competamente Italiana, con sede a Campogalliano, vicino a Modena.
L’idea venne al presidente Artioli, quando nel 1987 acquisì il diritto di produrre Auto con il nome Bugatti, fondando la Bugatti Automobili Spa. E qui iniziò la leggenda.
Artioli, grande appassionato di Bugatti e con la voglia di creare un mito, inizio questa fantastica avventura con un solo obiettivo in testa: creare una supercar talmente all’avanguardia da far impallidire Lamborghini, Maserati e Ferrari. E il bello è che c’è pure riuscito.
Artioli infatti non voleva prendere un pianale ed un motore costruito da altre case. Artioli voleva progettare da zero una vettura unica, una vettura che fosse all’avanguardia sotto ogni punto di vista.
Per farlo, costruì un grande stabilimento a Campogalliano, vicino a Modena, e chiese l’aiuto di Loris Bicocchi, grandissimo tester e collaudatore di lamborghini, e dell’ingegner Paolo Stanzani, ingegnere celebre per le vetture del toro, soprattutto per la Lamborghini Countach.
Da quel momento ogni ogni singolo pezzo e componente della futura supercar fu progettato li, per ottenere il massimo.
L’ambiente era talmente pieno di passione che tutto il personale non aveva orari, rimanendo senza problemi oltre l’orario di lavoro, anche sabato e domenica. Il progetto, le aspettative e la passione erano alla base di tutto, con un gruppo talmente coeso e unito che ancora oggi ricorda l’incredibile impresa.
Il risultato di quegli anni di progettazione fu la vettura più evoluta, agile e potente in commercio, in grado di stracciare i record di velocità su ghiaccio, grazie all’elevatissima tenuta di strada data della trazione integrale, e di infrangere il record di velocità per vetture alimentate a metano, raggiungendo i 344.7 km/h.
Al di la della storia in se, quello che mi ha colpito sono state le emozioni e la passione che Artioli, Bicocchi e Stanzani sono riusciti a trasmettere in questo video, come se quel sogno, quell’impresa unica li avesse segnati per sempre.
La voglia di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di unico e perfetto che potesse scrivere anche solo una pagina sul libro della storia dell’automobilismo. Qualcosa che potesse trascinare l’intero settore automobilistico italiano e che ispirasse anche Maserati, Lamborghini e Ferrari, e che riuscì ad attirare i vertici BMW, Mercedes e Porsche che chiedevano di visitare quella nuova fabbrica in quel di Modena.
Nonostante la vettura fosse agile, veloce e migliore delle concorrenti, le basse richieste della vettura e le incomprensioni ai vertici portarono al fallimento e alla definitiva chiusura dell’azienda, che in seguito venne ceduta a Volkswagen.
Il finale lascia come sempre l’amaro in bocca. Un misto di rabbia e orgoglio verso questa azienda che ha saputo sbaragliare la concorrenza ma che allo stesso tempo non ha avuto i giusti meriti. E che alla fine ti lascia un vuoto dentro. Un vuoto che si può “respirare” nell’ultimo frame del video, dove uno stabilimento deserto e invaso dal silenzio spezza tutti i sogni e ogni possibilità di lieto fine.
Questo video realizzato da Davide Cironi va oltre la passione per l’automobilismo, è passione allo stato viscerale, un video che riesce a trasmettere perfettamente le sensazioni di chi ha vissuto quel sogno e che ha avuto il coraggio e la voglia di creare qualcosa di grande e unico.
Una storia che ha fatto scendere una lacrima a chi ha creduto in questo progetto. E non solo.
Credit: Davide Cironi Driving Experience