In occasione del lancio della MiTo e della Giulietta Quadrifoglio Verde, Alfa Romeo ha svelato queste due nuove vetture sportive con una presentazione che ripercorreva la storia delle vittorie Alfa Romeo e della nascita del Quadrifoglio Verde. Nel suggestivo teatro creato sulla pista di Balocco che abbraccia un tratto della pista, sono state presentate le ultime sportive del biscione. Entrambi gli ingressi della pista erano a forma di quadrifoglio e la presentazione è stata caratterizzata da una forte passione ed una voglia di rilancio e rivincita che gli appassionati si aspettano ormai da anni. Da sempre simbolo di sportività e di vittorie nel mondo delle corse, questo portafortuna ha capeggiato sulle livree delle Alfa Romeo più vittoriose dal 1923 ad oggi e come tutte le vicende del ‘900, la nascita di questo simbolo porta con se una storia affascinante e colma di significato e passione per il mondo dell’auto. Louis-Carl Vignon, Head of Alfa Romeo EMEA, racconta la nascita di questa grande simbolo:
“Ugo Sivocci era un pilota Alfa Romeo che si era guadagnato il soprannome di “eterno secondo” a causa delle sue sfortune nelle corse. Sivocci sapeva di avere un conto aperto con la fortuna e per questo motivo decise di saldarlo. Alla partenza della Targa Florio del 1923, si fece dipingere sul cofano della sia Alfa il simbolo di un Quadrifoglio Verde su sfondo bianco quadrato e la gara fu davvero incredibile. Ascari era in testa con un grande vantaggio, ma la sua auto si bloccò a poche centinaia di metri dal traguardo. I meccanici raggiunsero a sua auto e riuscirono a farla ripartire. Nell’euforia del momento chiesero un passaggio ad Ascari fino al traguardo, ma questo era contro il regolamento. Allora Ascari girò la vettura e tornò al punto del guasto e ripartì di l per raggiungere nuovamente il traguardo ed evitare la squalifica. In quel preciso istante però arrivò Sivocci, che lo superò di slancio e vinse la corsa. Fu un trionfo, con tre Alfa Romeo nei primi quattro posti. Il poverò Sivocci però pagò cara la sua sfida alla fortuna, perché pochì mesi dopo morì durante le prove del Gran Premio di Monza e, ironia della sorte, la vettura con cui uscì di strada non aveva il quadrifoglio sul cofano.Dopo questo episodio, i compagni di squadra decisero di adottare il simbolo del quadrifoglio verde per ricordarlo, ma lo sfondo diventò un triangolo invece che il quadrato originario. Questo perché nella vettura con cui perse la vita, un lato della figura del quadrato era venuta a mancare. Così nacque la leggenda del Quadrifoglio Verde”.
LE QUADRIFOGLIO VERDE DAL 1923 AD OGGI
La vittoria alla Targa Florio del 1923 fu talmente netta che gli altri piloti della squadra Alfa Romeo, fra i quali Enzo Ferrari, Antonio Ascari e Giulio Ramponi, decisero di adottare il beneaugurante simbolo per tutte le altre gare. Da quel momento il Quadrifoglio Verde diventa il simbolo delle Alfa Romeo da corsa, declinato poi anche su particolari serie di modelli di produzione, a testimonianza del “filo rosso” che unisce le vetture del Biscione “da turismo” a quelle da competizione. Tra le principali Alfa vittoriose troviamo la “P2” di Brilli Peri quando nel 1925, a Monza, trionfò nel primo “Campionato Mondiale di corse automobilistiche”, il primo dei cinque Titoli Mondiali vinti dall’Alfa Romeo. Alla fine degli anni ’20 è sempre il Quadrifoglio Verde a distinguere in corsa le Alfa Romeo della casa madre dalle Alfa Romeo gestite dalla “Scuderia Ferrari”, che aveva come emblema il cavallino rampante. Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe “Nino” Farina e Juan Manuel Fangio portano le Alfa Romeo 158 e 159, le celebri “Alfetta”, al successo nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1. Negli anni Sessanta, il Quadrifoglio Verde caratterizza la versione “ready-to-race” della “Giulia”, la “TI Super”, per poi affiancarsi al triangolo azzurro dell’Autodelta per diversi decenni: dalla “GTA” alla “33” fino ai due Campionati Mondiali della “33 TT 12” (1975) e della “33 SC 12” (1977). L’attività agonistica dell’Alfa Romeo continua negli anni Ottanta quando: dopo il rientro in F.1 nel 1980, si ripetono i successi nelle corse per vetture turismo (“GTV 6 2.5”), fino al clamoroso trionfo nel “DTM” (“Deutsche Tourenwagen Mesterschaft”) con la grande “155 V6 Ti” nel 1993, ancora oggi unica auto non tedesca ad aver vinto il campionato e la lunghissima serie di vittorie della “156 Superturismo” (1998-2004) nel campionato Europeo Turismo. Anche le Alfa Romeo di normale produzione hanno avuto il Quadrifoglio Verde, come la “Giulia TI Super”, la “Giulia Sprint GT Veloce”, la “1750 GT Veloce” e l“Alfasud Sprint”, l’”Alfasud ti Quadrifoglio Verde”, la “Sprint Quadrifoglio Verde”, le diverse versioni della “33 Quadrifoglio Verde”, la “75 Quadrifoglio Verde” anche con la sua declinazione USA, la Spider 2.0 “Quadrifoglio Verde”, la “164 Quadrifoglio Verde” e la “145 Quadrifoglio Verde”. Dopo oltre 10 anni, il Quadrifoglio Verde ritorna nel 2008 su MiTo e nel 2010 su Giulietta, due modelli che hanno saputo inserirsi nella tradizione delle migliori Alfa Romeo, raccogliendone l’eredità in termini di performance dinamiche, senza scendere a compromessi con l’efficienza, il rispetto ambientale e la comodità nell’uso quotidiano. Oggi il testimone passa ai nuovi modelli 2014 di MiTo e Giulietta contraddistinti dal leggendario Quadrifoglio Verde rinnovando quella passione autentica di un marchio che in oltre un secolo di vita ha contribuito a scrivere alcune delle pagine più importanti della storia dell’automobile.
MITO E GIULIETTA QUADRIFOGLIO VERDE
Le ultime quadrifoglio Verde nate in casa Alfa sono la Giulietta e la MiTo, per le quali è stato fatto un netto salto in avanti rispetto alle versioni precedenti. Entrambe le vetture sono equipaggiate ora con il cambio automatico doppia frizione a secco Alfa TCT a 6 marce modificato e migliorato nella velocità e fluidità degli innesti e per la Giulietta è stato inserito anche il sistema Launch Control, grazie al quale si possono effettuare partenze da fermo fulminee e scattare da 0 a 100 km/h in 6 secondi netti. Grazie alle sospensioni a controllo elettronico, la MiTo ha un assetto davvero rigido e “corsaiolo”, con grandi prestazioni in pista ma adatto anche alla guida di tutti i giorni. Anche la Giulietta ha subito modifiche all’assetto e alle sospensioni, ma soprattutto ora è equipaggiata con il 1.750 Turbo Iniezione diretta con basamento in Alluminio della 4C, con un risparmio di peso di ben 22 kg ed una potenza di 240 CV e 340 Nm di coppia. Ma i tecnici Alfa Romeo non si sono fermati qui. Infatti il desiderio finale era quello di poter offrire una vettura emozionante anche dal punto di vista del sound del motore, come ogni Alfa sportiva che si rispetti. Mauro Pierallini, responsabile dello sviluppo prodotto europeo FCA, ha spiegato come è stato possibile ottenere un sound così coinvolgente:
“l’acustica di un motore ha due componenti fondamentali: il suono allo scarico e quello all’aspirazione. È facile creare un sound sportivo aprendo lo scarico, ma ci sono limiti omologativi da rispettare. Abbiamo lavorato quindi sull’aspirazione. I turbo generalmente non sono favoriti a causa del lungo giro d’aria attraverso il compressore, ma il suono è parte del gioco, parte della percezione del pilota. E come abbiamo “creato” questo suono? Abbiamo esaltato le frequenze medie nel campo 200-450 Hz dove si ha il tipico rombo del propulsore Alfa Romeo ed integrato il QV Intake Engine Sound nel sistema di aspirazione, riportando il suono nell’abitacolo, il più vicino possibile all’orecchio del pilota. Il QV Intake Engine Sound ci consente di gestire l’acustica della Giulietta Quadrifoglio Verde come vogliamo. Il suono si enfatizza in fase di accelerazione e rimane stabile a velocità costante, senza creare vibrazioni o risonanze nell’abitacolo durante i lunghi viaggi. Perché per il resto abbiamo puntato a ottenere la massima silenziosità possibile, come sempre. Se possiamo gustarci la voce Alfa Romeo in sottofondo è perché abbiamo abbattuto il rumore da rotolamento e il rumore da battistrada alle frequenze elevate”.
Al termine della presentazione, le aperture a forma di Quadrifoglio alle estremità del teatro si sono aperte per permettere alla MiTo e alla Giulietta di attraversare la pista e di far sentire il loro sound sportivo, per poi lasciare spazio per un attimo anche all’Alfa Romeo 4C, con un suono pazzesco ed emozionante. Prestazioni, sound, attenzione ai dettagli e handling ai massimi livelli sono le caratteristiche principali di queste sportive di Alfa, che in seguito abbiamo provato su strada ed in pista a Balocco (Test Drive MiTo QV e Test Drive Giulietta QV). Sembra davvero che in Alfa si respiri un’aria diversa, un’aria nuova, un’aria che dal passato storico sembra voler proiettare questo importante marchio italiano in un futuro degno (se non migliore) del suo passato e tutte le premesse per fare bene sembrano esserci.